Sono undici volte che scrivo sinossi. Chissà se le avranno lette una decina di persone... non esageriamo: i miei libri li avranno letti sicuramente molte, ma molte persone di più! Una quindicina... In verità la mia famiglia è molto numerosa. Poiché tra fratelli e sorelle, con relativi consorti e figli (ci sono anche tanti figli dei figli), superiamo l’ottantina… ho buone speranze che stavolta lo legga un maggior numero di persone; tanto loro lo riceveranno gratuitamente! Proprio non mi andrebbe di ripetere (ma hanno detto che si deve… è alla base di tutti i miei scritti; tanto narrativa che poesia) che ho fatto il “medico della Mutua” per oltre quarant’anni e ho fatto, contemporaneamente, anche lo specialista ospedaliero dal 1971 al 1987. Sono nato e cresciuto a Balvano, microcosmo in provincia di Potenza, dopo aver studiato tra Salerno e Napoli… il meglio dei miei anni buttati via… sto scherzando. Il meglio dei miei anni davvero, come lo sono per tutti, gli anni scolastici! Soprattutto quelli liceali. Non fosse altro perché è quello il tempo delle mele. I primi amori: “Amo tutto ciò che è vita e vorrei che tutto la cantasse in eterno!” Recito in una poesia di tanti anni fa (“Ho scritto per te”, la raccolta è del 1991). Oggi amo tutto ciò che è vita ancora di più… gli anni passano… e in fretta! Dal 23 ottobre 1943 ne ho amati di esseri viventi: persone, animali (ho sempre avuto una casa e un giardino pieni di cani e gatti), piante, quadri… sono viventi anche loro: raccontano (come i nonni) e vivono di tutto ciò che li ha “animati”… e anche le pietre vivono, perché si trasformano e vengono trasformate; è la mano dell’uomo che gli trasfonde e infonde la vita. Diventano case (dove vivono con chi le abita), opere d’arte… e parlano; narrano del passato e del presente con chi le ammira. Ho scolpito alcune pietre, ma, soprattutto ho dipinto, con e senza regole, cercando sempre qualcosa che ancora non sono riuscito a trovare… e i quadri sono sicuramente tanti, ma proprio tanti oramai! Come le poesie: tantissime! Per tentare una catarsi e una confessione completa (più con me stesso) che ci sarà, forse… o ci sarà soltanto in fondo, ma proprio in fondo alla mia strada: “Le pietre della mia vita quasi tutte le ho contate. Ce ne saranno ancora? E quante? Oggi anche il sole sembra essere stanco da morire” (Poesia dell’autore dal volume: “Lasciamo un fiore… un cielo terso di innocenza per quel bimbo appena nato”, del 2008). E, comunque, sono certo che interessa al lettore conoscere chi scrive, ma gli interessa ancor più “vedere” cosa riesce, l’autore, a donare in termini di calore umano, divertimento, relax, storia (del nostro Sud; e non solo), scienza e… coscienza.